È certamente un libro diverso, non scontato: “Il bambino con le scarpe rotte”, scritto da Rosa Cambara e illustrato da Ilaria Zanellato(Edizioni Gruppo Abele). Una storia che si apre con un passo incerto e timido, sino a spiegarsi in una corsa di libertà e desiderio di riconoscimento, oltre i giudizi facili e le etichette che, oggi come ieri, la povertà porta con sé.
Il libro racconta e illustra la storia di un bambino, la cui famiglia versa in ristrettezze economiche, che non può affrontare la spesa di scarpe all’ultimo grido. I compagni di classe non perdono occasione per ricordare al bambino con le scarpe rotte, così lo chiamano, il suo essere diverso da loro. L’albo inizia parlando delle scarpe, sgualcite e quasi inutilizzabili, ma presto va oltre, raccontando di bullismo, di povertà e di stigma sociale. Uno sguardo timido su una società in cui essere poveri non è solo un disagio di per sé, ma anche motivo di vergogna e di allontanamento.
“Mi fissano dall’alto in basso e io mi sento piccolo e molle, come una formica” pensa il protagonista mentre i bulli lo accerchiano. Perché, come ogni insegnante potrebbe testimoniare, il bullismo è un fenomeno subdolo e si accompagna a quella paura di sentirsi dalla parte sbagliata, ribaltando ruoli e responsabilità e sfociando nel senso di colpa.
Non c’è solo la volontà di denuncia ad animare lo spirito di questo libro, ma anche uno stimolo a coltivare la speranza che al bullismo si può reagire. I conflitti si superano, con l’aiuto degli altri ma anche scoprendo e coltivando le proprie capacità. “Non preoccuparti tesoro, tutto si aggiusta” conclude la mamma del giovane protagonista. Tutto si aggiusta quando non ci si arrende alle proprie fragilità ma le si trasforma in opportunità per la scoperta dei propri punti di forza, in quella sudata conquista di consapevolezza di sé che le scienze del sociale chiamano empowerment.
“Questa è la storia di un bambino che si è tolto una maschera che lo faceva soffrire, ha guardato quelle che avrebbe dovuto invidiare e ha scelto infine di non indossarne nessuna” scrive nella postfazione Nadia Terranova. Storia per cui autrice e illustratrice sono vere esperte: Rosa Cambara è giornalista pubblicista e giovane autrice per l’infanzia, cura un blog contro il bullismo (stopbulli.it). Ilaria Zanellato, illustratrice, si è laureata allo IED di Torino in illustrazione e visual communication. E con le Edizioni Gruppo Abele ha già partecipato alla raccolta Di qua e di là dal mare. Filastrocche migranti, di Carlo Marconi(2018).
Infine, siccome la forma non è secondaria, la casa editrice ha scelto per la prima volta di sperimentare EasyReading®, il font ad alta leggibilità studiato apposta per persone con problemi di dislessia. Un segnale che indica l’intenzione di andare incontro a ogni lettore.
– Christian Azzara – (Edizioni Gruppo Abele)
A conclusione di quanto letto è opportuno sottolineare che: I conflitti si superano certamente con l’aiuto degli altri ma, la cultura del rispetto dell’altro, si acquisisce sin da piccoli e non è un caso che questa lettura che mi sento di consigliare, si rivolga direttamente ai bambini(da 6 anni) che sono il nostro futuro. Le due autrici hanno compiuto certamente una scelta coraggiosa, scegliendo di affrontare rispettivamente, attraverso la scrittura e il disegno un tema delicato e attuale.
Rosa Cambara
Nata a Taranto, è giornalista pubblicista e giovane autrice per l’infanzia.
Cura il blog contro il bullismo Attenti a quei bulli. Vive a Roma, dove si occupa di comunicazione e lavora nel sociale.
Ilaria Zanellato
Illustratrice di Oleggio (No), si è laureata allo IED di Torino in illustrazione e visual communication. Con le Edizioni Gruppo Abele ha partecipato alla raccolta Di qua e di là dal mare. Filastrocche migranti, di Carlo Marconi (2018).
Immagine di copertina: https://www.libroco.it/
Foto: Edizioni Gruppo Abele
Annapaola Di Ienno