Ci sono figure di successo che acquistano una popolarità al di là del proprio ambito e della propria arte, divenendo vere e proprie icone pop mondiali e, per la lirica, dopo Enrico Caruso e Maria Callas, questo è accaduto certamente a Luciano Pavarotti, non solo per la sua comunicativa romagnola e la simpatica corpulenza da gourmet, ma anche per come ha saputo e voluto aprirsi al mondo e al suo tempo, rompendo recinti e classificazioni tradizionali.
A dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta dopo lunga malattia il 6 settembre 2007 nella sua casa di Modena e funerali in Duomo, resta il mito del cantante che a Londra il 2 giugno 1966, a 31 anni, nella ‘Fille du régiment’, unica opera in lingua non italiana che Pavarotti terrà poi in repertorio, esegue i nove Do acuti che costellano l’aria ‘Ah, mes amis, quel jour de fete!’ con incredibile baldanza, finendo sui giornali di mezzo mondo e entrando nella leggenda della lirica, che si unisce al mito dell’artista che negli anni ’80 e ’90 conquisterà fama extrateatrale e operistica, grazie anche alla tv.
E’ il periodo dei suoi mega concerti oceanici[…] Continua
Fonte: ANSA
Foto: Luciano Pavarotti(1935 -2007)
Annapaola Di Ienno