Come visse il senso dell’infanzia il Medioevo? Quali condotte sociali adottarono gli adulti per allevare e educare i loro figli? Quali furono i comportamenti maschili e femminili? A questi e ad altri interrogativi risponde il saggio di Angela Giallongo: Il bambino medievale – Storia di infanzie(Edizioni Dedalo) che, attraverso il ricorso a varie testimonianze scritte e iconografiche, restituisce gli atteggiamenti, le riflessioni, i comportamenti, le emozioni, i sentimenti e le raffigurazioni dei contemporanei a riguardo.
Si va da Sant’Agostino, che trovava odioso persino il ricordo di essere stato bambino, a Christine de Pizan, che attribuiva ai giorni felici della sua infanzia il merito di averla aiutata a superare le avversità della vita: ci viene proposta una panoramica approfondita e affascinante sul mondo dei bambini nel Medioevo nei vari ambiti sociali e in luoghi diversi: campagne, corti, città, scuole ecclesiastiche e comunali, monasteri. In primo piano, c’è anche “l’altra” infanzia, quella femminile, molto diversa – allora come oggi – da quella maschile.
Viene proposto uno sguardo originale sulle abitudini educative del Medioevo e sui modelli di comportamento adottati dagli adulti nei confronti dei minori.
BRANO:
Presentazione
Il libro studia il senso dell’infanzia nel Medioevo ricorrendo a testimonianze di prima mano e al recupero di documenti di diversa natura (opere della letteratura morale-didascalica, romanzi cortesi, trattati di medicina e di teologia, enciclopedie divulgative e materiale iconografico) che, anche se scritti senza intenti divulgativi, mettevano in gioco disegni formativi e osservazioni sull’infanzia e influenzavano il comportamento degli adulti verso i minori. L’approccio diretto a fonti eterogenee ha permesso di riacquistare un’immagine più sfaccettata del bambino medievale: sia nella letteratura divulgàtiva scientifica sia in quella morale-didascalica si trovano tracce della ricerca sulle caratteristiche infantili e tentativi di attuare, in fatto di educazione primaria, forme di attenzione animate dall’amorevolezza e dal senso della misura, come mostrano Aldobrandina da Siena, l’autore del Placides et Timeo e Christine de Pisan. Sebbene tutto il Medioevo sia stato attraversato da atteggiamenti repressivi e autoritari nei confronti dei minori, tuttavia la scarsa considetazione per l’infanzia, attribuita indiscriminatamente a tutto il periodo, non è l’unica caratteristica del costume pedagogico del Millennio, che offre a partire dal XII-XIII secolo un quadro ben più differenziato. Si è preferito, in base ai temi emersi, privilegiare, rispetto all’ordine cronologico, l’individuazione di problemi e di punti 5 di vista significativi per osservare da diverse angolazioni il variegato discorso medievale sull’infanzia; sono stati inoltre raccolti indizi sulle varie infanzie, in modo particolare su quella femminile[…].
Il seguente estratto vi aiuterà a immergervi in quest’atmosfera particolare e occorre sottolineare come saggi di questo tipo, ci portino a rivalutare, ridare lustro a un periodo storico considerato lungamente e a torto, buio. Un mondo ricco di curiosità attende solo di essere scoperto…
Angela Giallongo è ordinaria di Storia dell’Educazione presso l’Università di Urbino. Tra i suoi libri ricordiamo: L’avventura dello sguardo (vincitore del Premio Nazionale di Pedagogia e Didattica di Pescara) e La donna serpente (vincitore del premio Paese delle Donne).
Immagine di copertina: Edizioni Dedalo
Annapaola Di Ienno