La Grecia è una Nazione che ha dato i natali alla Democrazia e al termine Europa.
Tentiamo di spiegare cosa sta accadendo ultimamente, grazie a una chiacchierata (non un’intervista) con l’amica Emanuela, premettendo che è solo l’inizio di un argomento che non si esaurisce qui.
1. La Grecia degli anni 80’ e di oggi: quali sono le differenze più evidenti?
Premetto che la mia è una visione parziale, di quello che era la Grecia degli anni ‘80 perché allora ero bambina. All’inizio degli anni ‘80 la Grecia era uscita da pochi anni dal regime dei Colonnelli e ricordo chiaramente il fatto che nel mio quartiere c’erano poche automobili parcheggiate e che giocavo con gli amichetti del vicinato per strada. Nonostante vivessimo in ambiente ampiamente urbanizzato, ricordo anche di aver trascorso con mia sorella un’intera giornata in giardino inseguendo una gallina che era fuggita da un pollaio che era evidentemente vicino.
I miei occhi di bambina sono stati testimoni di un entusiasmo politico diffuso per la cosiddetta metapolitefsi, (il periodo che ha seguito la caduta del regime dei colonnelli) e della sensazione che tutto stava cambiando per il meglio.
Tutti sembravano essere apertamente legati a un partito per trarne dei vantaggi immediati. Come esempio ricordo che: una nostra vicina di casa ci aveva addirittura portato un poster della campagna elettorale di Andreas Papandreou (per lungo tempo primo ministro), per poi appendercelo al muro della stanza.
Questo personaggio politico, indubbiamente carismatico, giocò un ruolo fondamentale, nel bene e nel male, per quella che sarebbe stata la Grecia degli anni ‘90 e fu uno dei principali responsabili di una Grecia al tempo definita: “delle vacche grasse” (a metà anni ’90).
Successivamente si concretizza il declino che, personalmente penso, coincida con il periodo immediatamente successivo alle Olimpiadi di Atene del 2004.
2. Cosa ne pensi della situazione attuale?
Penso che la situazione attuale della Grecia sia problematica, ma che il problema non sia greco. Voglio dire con questo che la maggior parte degli abitanti in Grecia è stata costretta a una transizione scioccante per la rapidità con la quale è stato imposto il passaggio dalla ricchezza alla povertà, con la riduzione rapidissima del reddito medio pro-capite e la creazione i categorie lavorative sempre più diversificate, precarie e mal pagate e la riduzione dell’accesso a servizi sanitari e di altro genere.
Insomma quello che si può chiamare lo smantellamento dello stato sociale o del welfare, in Grecia è avvenuto in pratica da un giorno all’altro. Se Atene piange, Palermo non ride. L’Italia, almeno quella del centro-sud, è in una situazione altrettanto pesante, solo che la riduzione dello stato sociale è avvenuta circa, un ventennio fa.
Le parole di Emanuela descrivono una realtà durissima ma c’è anche un popolo che reagisce con dignità.
Immagine: Grecia
Annapaola Di Ienno