Il cioccolato Ruby
Questa settimana, è proprio il caso di dirlo, Vortici.it, ha deciso di prendervi per la gola… parlandovi di un prodotto particolarmente amato da molti di noi, arrivando anche a svelarvi i segreti curiosi di una tipologia specifica e ancora poco diffusa. Tra storia e curiosità sarete catapultati in un mondo tutto da scoprire.
Procediamo ordinatamente, dandovi le coordinate storiche più interessanti di ciò che possiamo tranquillamente definire: un viaggio del gusto.
Che sia cioccolato bianco, al latte o fondente, difficilmente ne rinunciamo a un pezzetto…
Fino al XVI secolo, il cioccolato esisteva solamente in America Centrale, in una forma abbastanza diversa da quella che conosciamo. Il cacao, per tradizione, veniva tostato, macinato, mescolato con acqua e infine sbattuto, fino a ottenere una bevanda: il Xocolatl un’amara e tonificante mistura schiumosa.
I Maya e gli Aztechi credevano che il cacao fosse un dono divino, tanto da chiamarlo Cibo Degli Dei (Theobroma cacao). Gli Aztechi usavano i semi di cacao come valuta (considerata più preziosa dell’oro) e bevevano cioccolato ai banchetti regali, lo davano ai soldati come ricompensa per la vittoria di una battaglia e lo utilizzavano nei rituali.
L’origine del cioccolato:
I primi europei entrati in contatto il cacao furono gli uomini di Cristoforo Colombo, anche se poi il cioccolato fu introdotto in Europa intorno al 1520, quando Hernán Cortés visitò la corte di Montezuma a Tenochtitlan(la capitale dell’impero azteco, fondata nel 1325, sorgeva su diverse isolette nel lago di Texcoco, nell’attuale Messico centrale) e riportò in Spagna un carico di cacao donatogli dall’Imperatore.
All’inizio, a causa del suo sapore amaro, veniva usato come medicina contro alcuni disturbi, ma successivamente alcuni frati gesuiti, grandi esperti di miscele e infusi, iniziarono a sostituire gli ingredienti originari (mais, miele, chilli e pepe) con lo zucchero di canna e la vaniglia, ricavandone una bevanda dolce e gustosa dalla quale deriva l’odierna cioccolata calda.
Alla fine del 1500 divenne un “peccato di gola” molto amato dalla corte spagnola e la Spagna iniziò a importare cacao nel 1585.
Quando il cioccolato si diffuse per la prima volta in Europa, era considerato un lusso di cui solo i ricchi potevano godere. Basti pensare che nel 1615, il re francese Luigi XIII sposò Anna d’Austria, figlia del re spagnolo Filippo III e per celebrare l’unione, lei portò alcuni campioni di cioccolato alle corti reali di Francia.
Seguendo l’esempio della Francia, il cioccolato arrivò presto in Gran Bretagna in speciali “case del cioccolato”. Con il diffondersi della tendenza in Europa, molte nazioni crearono le proprie piantagioni di cacao in paesi lungo l’equatore.
Il cioccolato veniva ancora prodotto a mano ed era frutto di un processo lento e laborioso. Ma con la rivoluzione industriale dietro l’angolo, le cose stavano per cambiare.
Chi ha inventato il cioccolato?
Nel 1828, il chimico olandese Coenraad Johannes van Houten scoprì un modo per trattare i semi di cacao con sali alcalini per ottenere un cacao in polvere più facile da mescolare con l’acqua. Il processo divenne noto come “lavorazione olandese” e il cioccolato prodotto fu chiamato cacao in polvere o “cacao olandese”. Successivamente realizzò anche la pressa per il cacao, che separava il burro di cacao dalle fave di cacao tostate per produrre facilmente e in modo economico cacao in polvere, alla base di tutti i preparati per la creazione del cioccolato.
Sia la lavorazione olandese sia la pressa del cioccolato hanno contribuito a rendere il cioccolato alla portata di tutti. La polvere venne quindi miscelata con i liquidi e versata in uno stampo, dove finalmente solidificava divenendo una tavoletta di cioccolato commestibile.
La creazione della prima tavoletta di cioccolato moderna è attribuita a Joseph Fry, che nel 1847 scoprì che si poteva fare una pasta di cioccolato modellabile, aggiungendo burro di cacao fuso al cacao in polvere. Così iniziò l’era moderna del cioccolato.
Attraverso questo contributo video che v’invitiamo a visionare, vogliamo farvi conoscere da vicino da dove si ricava questa prelibatezza e molto altro…
In generale conosciamo benissimo tre tipologie di cioccolato: fondente, al latte o bianco. Prestissimo, su larga scala ne avremo una quarta, che premettiamo, esiste già, ma è (ancora), poco nota e costosa: il cioccolato rosa!
Siete pronti a conoscerlo da vicino?
Il suo nome è Ruby e sta conquistando il palato dei più golosi. Stiamo parlando del cioccolato rosa, prodotto per la prima volta nel 2017 dall’azienda svizzera Barry Callebaut e presentato a Shangai in occasione di un evento del settore, dopo più di tredici anni di esperimenti. Il suo colore è completamente naturale ed è dovuto alla fava di cacao Ruby usata per produrlo. Nessun colorante o aroma artificiale è aggiunto agli ingredienti.
In Italia il cioccolato Ruby è stato portato dalla boutique – chocolat Zaini di Milano, che lo vende sotto forma di tavolette, blocchetti da 100 grammi, mini gocce e cioccolatini a forma di labbra, ma ha raggiunto la popolarità grazie a delle edizioni limitate di Baci Perugina e KitKat rosa. Volete sapere com’è fatto e che sapore ha? Ve lo sveliamo senza indugio!
Com’è fatto il cioccolato rosa?
– È privo di coloranti e aromi naturali o artificiali. Il suo colore e il suo sapore sono dovuti unicamente alla fava di cacao Ruby;
– Per crearlo ci sono voluti più di 13 anni di lavoro dei centri di Ricerca e Sviluppo di Francia e Belgio di Barry Callebaut e della Jacobs University;
– Ha un sapore simile a quello del cioccolato bianco, ma con un retrogusto leggermente aspro, che ricorda quello dei frutti di bosco (che però non vengono usati né per colorarlo né per insaporirlo). È più dolce del cioccolato fondente, ma non tanto quanto quello a latte;
– Non va confuso con il cioccolato bianco colorato di rosa con coloranti artificiali e aromatizzati alla fragola, in vendita già da qualche anno e molto usato per decorare i dolci;
– Il primo cioccolatino rosa in Italia è stato il Bacio Perugina, seguito dai wafer KitKat. La cioccolateria milanese Zaini produce invece tavolette, blocchetti, cioccolatini a forma di labbra e mini gocce di cioccolato rosa;
– È chiamato “quarto cioccolato”, perché è l’ultimo arrivato dopo il cioccolato fondente, il cioccolato a latte e il cioccolato bianco;
– Un Bacio Perugina rosa è meno calorico di quello tradizionale: 72 kcal contro 81,5 kcal. Il Bacio Fondentissimo ha invece 79,2 kcal e quello bianco 82,4 kcal.
– Condorelli e KitKat hanno prodotto le prime uova di Pasqua rosa, fatte con puro cioccolato Ruby;
– È il cioccolato più popolare su Instagram, grazie al suo colore “millennial pink”;
– Secondo l’agenzia indipendente Haystack, che studia i mercati internazionali e i consumatori, il cioccolato Ruby è quello che al momento risponde meglio alle esigenze del consumatore, perché non solo è buono, ma anche bello. Per questo tantissime aziende produttrici di cioccolato stanno iniziando a produrlo e probabilmente a breve non sarà più così raro.
Dove possiamo comprare il cioccolato rosa?
Come vi abbiamo anticipato, la prima azienda a produrre il cioccolato Ruby è stata la svizzera Barry Callebaut, seguita in Italia dalla milanese Zaini.
Non dovete però andare fino in Svizzera o a Milano per acquistarlo, perché la rete Internet vi viene in aiuto con una vasta scelta attraverso le note piattaforme di compravendita on-line.
Assaggiatelo dunque.
Infine non poteva mancare, la ciliegina sulla torta… Sapevate che esistono tanti musei dedicati al cioccolato?. A noi di Vortici.it, ha colpito quello di Parigi. Scopritelo cliccando qui.
* Occorre essere tutti responsabili! Abbiate cura di voi, dei vostri cari e dei vostri amici.
Immagine di copertina e altre immagini: Pixabay
Fonte video: https://www.youtube.com