È molto frequente svegliarsi in piena notte, infastiditi dal fatto che per l’ennesima volta, il proprio sonno sia stato interrotto dai motivi più vari (cena rimasta sullo stomaco, vicini chiassosi etc.), per poi rincuorarsi nel costatare che abbiamo ancora delle ore di sonno davanti a noi da sfruttare, prima di iniziare la nostra giornata.
Una ricerca recente, è riuscita a scoprire il responsabile di questi risvegli estemporanei ovvero: l’uomo primitivo che è in noi e la sua insopprimibile voglia di sopravvivere alle minacce notturne.
Proviamo a capirci di più su questo studio condotto da antropologi americani, che ha fornito risultati alquanto curiosi a riguardo.
I ricercatori sono partiti dalla cosiddetta “ipotesi della sentinella”, formulata dallo psicologo Frederic Snyder nel 1966, secondo cui: la selezione naturale avrebbe premiato, facendo arrivare fino alla modernità i discendenti – solo gli uomini caratterizzati da risvegli periodici durante la notte.
“Se un gruppo di dormienti è formato da persone di età assortita, come accade nei gruppi numerosi, e se ogni gruppo di età ha un suo ciclo di sonno e risvegli e più probabile che in un certo momento della notte(magari proprio quello scelto da una tribù nemica per attaccare), ci sia qualcuno vigile e in grado di dare l’allarme” spiega Alyssa Crittenden, antropologa dell’università del Nevada e coautrice dello studio.
Per avere una conferma sperimentale, i ricercatori hanno studiato una popolazione che vive in un modo non troppo dissimile dai cacciatori – raccoglitori dell’antichità: la tribù degli Hadza o Hadzabe, che vive cacciando con arco e frecce nelle savane della Tanzania.
Trentatré membri della tribù, 21 donne e 12 uomini hanno accettato di indossare per venti giorni dei braccialetti per il tracciamento del sonno attraverso i movimenti del braccio, dopo aver risposto a un questionario sulle loro maggiori preoccupazioni.
I braccialetti hanno provato che la variabilità nei tempi del sonno tra gli individui era molto alta. Il tempo in cui il gruppo di 33 soggetti è rimasto “indifeso”, senza nessuno in stato di veglia, è stato irrisorio: solo 18 minuti complessivi su venti notti.
“Questo può spiegarsi attraverso diversi meccanismi, fisiologici – la variabilità individuale nel momento di assopirsi e risvegliarsi – ma anche psicologici: ad esempio la propensione di alcuni ad addormentarsi, invece che nel silenzio assoluto, mentre qualcuno sta parlando, per il senso di protezione che si prova sapendo che gli altri vegliano”, sostiene la Crittenden.
Questi risultati scientificamente curiosi dimostrano ancora una volta come l’uomo nella sua evoluzione abbia comunque conservato caratteristiche ancestrali che nessun evento o accadimento successivo inerente l’evoluzione potrà mai cancellare.
Ricostruire il passato aiuta a capire il presente, ben consci che senza un passato non esisterebbe né il presente ma nemmeno il futuro.
Immagine: www.wikihow.it
Fonte video: https://www.youtube.com
Gian Mattia Bazzoli – Gli ultimi primitivi. Alla scoperta degli Hadzabe(28 Aprile 2011)
Annapaola Di Ienno