Giornalisti sportivi, esperti di economia e diritti televisivi, si sono seduti attorno ad un tavolo per riflettere sulle ripercussioni, in ogni ambito, dell’assenza della nazionale azzurra dai campionati mondiali di calcio in Russia, che iniziano Giovedì prossimo 16 Giugno.
Enrico Varriale e Simona Rolandi di “Rai Sport“, Guido D’Ubaldo, caposervizio al “Corriere dello Sport – Stadio” e Segretario dell’Ordine dei Giornalisti, Goffredo De Marchis, ex giornalista sportivo ora noto “retroscenista” di Repubblica,e Walter Balzaretti, esperto di temi economici, hanno condiviso valutazioni ed analisi, anche sentimenti e sensazioni personali sull’esclusione dell’Italia dai mondiali.
Un’analisi completa, ad ampio raggio, di tutte le implicazioni socio-economiche, sportive di un mondiale di calcio in Russia che non include l’Italia nella lista dei partecipanti: questo é stato il senso di un evento formativo organizzato da ACLI, in collaborazione con ODG – Ordine Dei Giornalisti Abruzzo.
Un dibattito tra esperti di sport, economia, televisione, al Museo D’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara, inserito nel calendario di iniziative dei Campionati nazionali ‘Sport in Tour 2018’ di ACLI: un’intensa settimana di sport, dal 7 al 10 Giugno, promossa da ACLI stessa tra Pescara e Montesilvano.
Simona Rolandi di Rai Sport ha anche ricostruito quei momenti, quegli “attimi”, vissuti negli studi televisivi RAI, dopo l’infausto spareggio contro la Svezia, descrivendo anche l’altalena di stati d’animo dei protagonisti presenti, opinionisti e Leggende della nazionale azzurra. “Marco Tardelli – racconta la conduttrice televisiva di Rai Sport – ostentava sicurezza ed infodeva tranquillità a tutti fino 15, 10 minuti dalla fine della partita, ed era poi visibilmente incredulo al fischio finale”.
“In quegli attimi immediati dopo la partita – ha rivelato la Rolandi – la difficoltà più grande é stata mantenere il sorriso in studio, in un momento di delusione profonda, perchè poi non possiamo mai dimenticarci che parliamo di sport, e di calcio”.
La conduttrice di Rai Sport, approfondisce anche gli effetti di questa sconfitta sportiva storica sul suo lavoro: “con l’Italia fuori dai mondiali, e la successiva scelta della RAI di non acquistare i diritti dell’evento sportivo, sarà davvero complicatissimo per me raccontare le vicende ed il susseguirsi di fatti sportivi in Russia: le immagini acquistate, sono destinate ai notiziari. Perciò – spiega la Rolandi –
davvero dovremo inventarci qualcosa, aggrappandoci magari ai tweets del Messi di turno”.
“Un peccato, un’occasione sfumata – conclude Simona – perchè un mondiale è davvero una fucina di eroi, attesi ed inattesi, di protagonisti da scoprire”.
Il Collega di Simona Rolandi in RAI, Enrico Varriale, annota già in anticipo difficoltà e problemi in Russia per ottenere accrediti per la cosiddetta “zona mista” di transito dei giornalisti: “purtroppo la priorità di ingresso negli stadi spetta logicamente a chi dispone dei diritti televisivi in Italia, in questo caso i giornalisti Mediaset, oltre ai cronisti che lavorano le testate giornalistiche di quei paesi coinvolti di volta in volta nella partita”. “Magari – spiega Varriale, non senza una punta di ironia – sarà possibile ottenere un accredito di ingresso allo Stadio per le partite dall’Arabia Saudita, che dubitò avrà molti giornalisti al seguito”. “Non vi nascondo – aggiunge Varriale – che la scelta della mia rete fa male, molto male, perchè i campionati del mondo di calcio costituiscono un momento irripetibile per raccontare storie uniche, scoprire e conoscere paesi, realtà civili”. Varriale annuncia poi le novità Rai per la stagione estiva: “Abbiamo in serbo una programmazione radiofonica rinnovata, in particolare un canale, sempre radiofonico, interamente sportivo che inizia il suo palinsesto proprio in coincidenza con i mondiali di calcio, oltre a nuovi canali digitali fruibili, ma la perdita dei mondiali – ribadisce Enrico Varriale – costa tanto sul piano professionale ed umano, ed è una scelta molto dolorosa”.
Per Goffredo De Marchis – firma politica di Repubblica, “sarà interessante calcolare il traffico di condivisioni social nel primo mondiale di calcio social” e, facendo un paragone con il passato, Egli si interroga in particolare sulle reazioni popolari: “Dopo un grande successo della nazionale azzurra, oggi, assisteremmo ad una pioggia di stati facebook, tweets, foto instagram, snapchat, o la gente scenderebbe ancora in piazza a festeggiare, spontaneamente, senza distinzione di fede, colore, razza, come accadde dopo Germania – Italia del ’74?”
Ad Andrea Balzaretti invece il compito di riordinare i “freddi numeri” economici di un mondiale senza Italia, in una conversazione che è stata molto profonda da un punto di vista emotivo.
Balzaretti classifica i danni economici globali in danni diretti, indiretti e danni all’indotto economico globale dell’Italia. Il danno diretto – spiega Balzaretti – “è al movimento calcio nel suo insieme, e si riferisce a tutti quei mancati introiti e premi in denaro dalla FIFA per il passaggio del turno e tutti i successivi match della fase finale dei mondiali, dal girone alle eliminatorie: soldi “cash” persi dalla Federazione Italiana. Poi ci sono i danni all’indotto economico – prosegue nel ragionamento Balzaretti – che coinvolgono vari settori della nostra economia: dalle scommesse sportive, che subiranno una forte contrazione, all’export del Made In Italy, dal turismo all’acquisto dei televisori, che in concomitanza dei mondiali di calcio normalmente registra sempre un’impennata”. “Nella società dell’immagine – questo è uno degli argomenti di Walter Balzaretti – tutto è immagine, e così il lontano 1982 ed il più vicino 2006 presentano un denominatore comune: una maggior quota di afflussi turistici verso l’Italia”. “Senza tralasciare – osserva Balzaretti – il danno indiretto, più strettamente psicologico, derivante da un mondiale di calcio senza Italia, che si riflette in tantissimi aspetti e sfaccettature della vita quotidiana e sociale: ad esempio, per dirne una, le pizzerie venderanno meno questa Estate solo perchè l’Italia non sarà presente ai mondiali”.
La coda del dibattitto si è poi trasformata in una discussione vivace e molto acceso tra presente, passato e futuro del calcio italiano, allenatori, vivai, pochi o troppi stranieri, errori di formazione, voci di spogliatoio, aneddoti di sms post-Svezia, cosa fare e non fare: alla fine, come nostra abitudine consolidata, tutti noi, giornalisti o tifosi senza nessuna distinzione, amiamo vestire i panni del Commissario Tecnico della nazionale italiana.


riccardo leone