Questa settimana, come lettura, vi propongo un saggio. Tra le molteplici ragioni che mi hanno spinto a optare per questa scelta, c’è ne una che per la sottoscritta ha una valenza superiore, rispetto a tutte le altre.
L’argomento trattato in: Cronache di Letteratura Inglese – Dall’Angelo Ribelle a Frankenstein (Ibiskos Ulivieri, 2019) della collega giornalista e docente di lingua e letteratura inglese Daniela Quieti, mi riporta indietro nel tempo, consentendomi di ripercorrere inconsapevolmente delle tappe importanti che hanno segnato profondamente, sia la mia eccellente carriera come studentessa universitaria, sia la mia vita personale.
Scelgo di riportare integralmente la premessa del libro:
Questo saggio presenta un panorama delle maggiori tendenze letterarie sorte in Inghilterra tra la fine del Rinascimento e L’Età Vittoriana, attraversando Età Puritana, Restaurazione, Rivoluzione Industriale, Illuminismo, Preromanticismo, Sublime, Romanticismo, Romanzo Gotico, ed evidenziando le teorie, i dibattiti e le poetiche di figure letterarie fondamentali nel divenire dei contesti culturali e sociali della nazione: Milton, Bunyan, Dryden, Defoe, Pope, Walpole, Beckfoard, M.Shelley, Wordsworth, Coleridge, Keats, E. B. Brownning, Thackeray, Pater. Ne risulta un’opera organica, in cui le idee dominanti fiorite nei vari periodi storici offrono elementi d’interpretazione delle basilari correnti artistiche che hanno ispirato la scena intellettuale europea fino all’epoca moderna.
Lo spirito delle principali tendenze di alcuni importanti autori è messo in evidenza in termini di significato e contributo, dedicando particolare attenzione ai frequenti legami con la centralità religiosa della Bibbia, “il grande codice della cultura occidentale” come la definì il poeta e pittore inglese William Blake, e agli influssi dei suoi archetipi morali e filosofici nei temi del Paradiso perduto di John Milton e del Frankenstein di Mary Shelley.
Nello specifico, si è dato rilievo ai complessi rapporti teologici che coinvolgono il caduto Satana, il Creatore e la sua Creazione, tra desiderio di ribellione e redenzione, predestinazione e libero arbitrio, fato e intervento della Provvidenza, conoscenza e amore espressi sullo sfondo di una natura emozionante o tenebrosa con un incomparabile genio immaginativo senza tempo.
L’Introduzione, che, volutamente, scelgo di riportare in pillole ci descrive, invece, il periodo storico dietro il quale si sviluppa una letteratura particolarissima, che suo malgrado forgia e identifica una nazione: L’Inghilterra in cui storia, conservatorismo e modernità convivono ancora oggi nel Bene e nel Male.
Leggiamo con attenzione queste pillole storiche:
Il diciassettesimo secolo in Inghilterra è attraversato da incessanti tensioni sia nel mondo letterario sia in quello politico. Nel 1603 dopo più di quattro decadi sul trono, Elisabetta I, ultima rappresentante della dinastia Tudor, muore nubile.[…] le succede Giacomo I, sovrano d’Inghilterra dal 1603 al 1625.[…]. Iniziatore della dinastia Stuart, egli unifica sotto la sua persona le corone di Scozia e Irlanda.[…]
[…]Questo è anche il tempo delle grandi traduzioni[…]. Tra il 1625 e il 1675 circa, il paese vive un lungo periodo di controversie religiose e di conflitti sociali tra innovazione e tradizione, segnati dalla guerra civile[…].
[…] Sotto Carlo I Stuart le agitazioni politiche e clericali si accentuano.[…]
[…] Ciò nondimeno, le idee fiorite in quel periodo storico saranno rielaborate nei secoli successivi, diventando parte delle principali tendenze sociali che avrebbero influenzato lo scenario politico moderno.
Non dobbiamo dimenticare come storia e letteratura sovente camminino insieme, nel senso che un’opera letteraria è lo specchio dei tempi e spesso ne diventa, suo malgrado, un’interpretazione che porta con se sfaccettature e influenze di ogni tipo, anche dal punto di vista critico…
Storia e letteratura in questo testo, convivono certamente in maniera particolare.
Foto: Logos – Cultura
Annapaola Di Ienno