Questa settimana torniamo ad occuparci di Astronomia. C’è una notizia che desta non poca curiosità…
Prima di entrare nel merito della stessa, rinfreschiamoci la memoria “ritrovando”, il significato di tre parole che ci accompagneranno in questo viaggio della conoscenza.
Asteroide: Denominazione, introdotta nel 1802 da F.W. Herschel, di astri planetari, componenti del Sistema Solare, detti oggi preferibilmente pianetini.
Pianeta Nano: Corpo celeste che orbitando attorno al Sole ha una massa sufficientemente grande da fargli assumere una forma approssimativamente sferica ma che non ha ripulito dagli altri corpi celesti la regione prossima alla sua orbita, secondo la definizione introdotta dall’IAU (International Astronomical Union) nel 2006.
Sistema Solare: L’insieme dei corpi che rientrano nella zona d’influenza gravitazionale del Sole. È formato dal Sole, dagli 8 pianeti principali (in ordine di distanza dal Sole: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno) e dai loro satelliti, da Plutone (dal 2006 classificato dalla Unione Astronomica Internazionale pianeta nano), dagli asteroidi (o pianetini), dalle comete, da una miriade di corpi piccoli e piccolissimi (meteoroidi, polvere) e da materia gassosa diffusa (vento solare).
È di pochi giorni fa, la notizia secondo cui l’asteroide Igea potrebbe essere “promosso” a pianeta nano, il più piccolo del Sistema Solare, strappando così il primato detenuto da Cerere.
Scoperto nel 1950 dall’astronomo De Gasparis nel 1849, dall’osservatorio di Capodimonte a Napoli, Igea (il cui nome ufficiale è 10 Igea, dal greco Hygìeia, la dea della salute) era stato difficile da studiare fino ad ora, in quanto la sua superficie particolarmente scura, non permetteva agli strumenti a Terra di determinarne le caratteristiche. In questo nuovo studio, i ricercatori si sono serviti d’immagini a elevata risoluzione fornite dall’innovativo strumento Sphere, installato sul Very Large Telescope dell’European Southern Observatory (Eso) in Cile, ottenendo per la prima volta preziose informazioni sulla sua superficie, forma e dimensioni. Queste ultime sono state pubblicate sulla rivista scientifica Nature Astronomy.
Dalle analisi, il team ha scoperto che Igea è sferico e soddisferebbe i requisiti fondamentali, decisi dall’Unione astronomica internazionale(Uai), per essere classificato come un pianeta nano: orbita attorno al Sole, non è un satellite e a differenza di un pianeta, non è ancora riuscito a ripulire la sua orbita dai detriti circostanti.
Il requisito finale, spiegano i ricercatori, è che abbia una massa sufficiente per avere una propria gravità che gli permetta di assumere una forma sferica.
“Grazie alle capacità dello strumento Sphere sul Vlt, uno dei sistemi di imaging più potenti al mondo (immagine di copertina), siamo riusciti a scoprire la forma di Igea, che risulta essere quasi sferica”, spiega il coordinatore del team di astronomi Pierre Vernazza, del Laboratoire d’Astrophysique di Marsiglia. “Grazie a queste immagini, Igea può essere riclassificata come un pianeta nano, finora il più piccolo nel Sistema Solare”.
Il diametro di Igea, infatti, sarebbe stato stimato intorno ai 430 chilometri, mentre quello di Cerere è di 950 chilometri circa. Sono queste le nuove stime che hanno “soffiato” a Cerere dal suo primato!
Le notizie non finiscono qui: dalle osservazioni è emerso che Igea non ha un grande cratere d’impatto che i ricercatori si aspettavano di trovare sulla sua superficie, poiché è il membro principale di una delle più grandi famiglie di asteroidi, con quasi 7000 membri, tutti nati dallo stesso corpo originario. La comunità scientifica aveva finora ipotizzato che l’evento che ha portato alla formazione di questa numerosa famiglia di asteroidi avesse lasciato un segno profondo su Igea.
“Questo risultato è stato una sorpresa, perché ci aspettavamo la presenza di un grande bacino di impatto, come nel caso di Vesta”, commenta Vernazza, sottolineando di aver comunque identificato sulla sua superficie due crateri. “Nessuno di questi due crateri è stato causato dall’impatto che ha originato la famiglia di asteroidi. Sono troppo piccoli”, aggiunge il co-autore dello studio Miroslav Brož, dell’Istituto Astronomico della Charles University di Praga.

Per riuscire a risolvere questo enigma, i ricercatori si sono serviti di simulazioni al computer, ipotizzando che la forma sferica di Igea e la grande famiglia di asteroidi sono probabilmente il risultato di una violenta collisione frontale, avvenuta circa due miliardi di anni fa, di un corpo celeste dalle dimensioni tra i 75 e 150 chilometri, che avrebbe completamente distrutto il corpo originario. Una volta riassemblati per gravità i frammenti rimasti, Igea avrebbe assunto la sua forma sferica e si sarebbero formati poi migliaia di asteroidi compagni. “Una tale collisione tra due grandi corpi nella fascia degli asteroidi è unica negli ultimi 3-4 miliardi di anni”, conclude il ricercatore Pavel Ševeček, che ha partecipato allo studio.
Se questi risultati fossero confermati, Igea diventerebbe il più piccolo pianeta nano del Sistema solare, insieme a Cerere, Plutone, Haumea, Makemake ed Eris.
Immagine di copertina: Igea visto dallo strumento Sphere del Vlt(ANSA)
Altre immagini: ANSA
Fonte video: https://www.youtube.com
Annapaola Di Ienno