Cari lettori e lettrici, bentornati nella rubrica di Vortici.it in cui potrete leggere ogni settimana una poesia scritta da un autore o un’autrice della nostra contemporaneità che la nostra redazione ha scelto per voi. Buona immersione nelle profondità del vostro spirito con la poesia di questa settimana che s’’intitola 100 anni ed è stata scritta da Michela Napolitano:
Chissà come era vestita l’alba di 100 anni fa
quando nascevi tu, il bambino
che doveva diventare il mio papà.
Il papà meraviglioso che mi ha lasciato
tutto quello che mi occorre
per sentirmi all’altezza
di un mondo per bene,
il papà che mi ha insegnato
a portare con me la certezza
di essere abbastanza per meritarmi
il gusto dell’onestà.
Quel papà che si è messo in viaggio da 23 anni
lasciando accesa una luce trasversale
che non mi lascia mai da sola,
nutre un amore che resta in piedi
come una sentinella, nelle stanze della mia vita.
Non sei qui con me, non cammini accanto a me
eppure io ancora mi emoziono parlando con te.
Quel che percepisco è sufficiente
per nutrire il mio amore,
qualche volta mi sembra
di staccarmi dalla terra, dal mio corpo
e riesco a camminare con te
in un luogo di pace.
Maggio è il mese di altri ricordi,
insieme a ognuno di noi, magici ricordi,
come un’eco si fa avanti la storia
dei nostri momenti di festa,
voglio ancora festeggiare con te,
come se fossimo l’uno accanto all’all’altro.
Mi piace immaginarti in giro per l’universo,
tu, il mio vecchietto, bello più del sole,
con il tuo bastone lucido e il tuo sorriso d’amore,
scorti le nuvole e sei sulla finestra della mia vita
a indicarmi che esiste ancora la speranza
che quel “A Dio” è vivo
come la fiaccola del nostro amore.
In questa stanza silenziosa,
voglio immaginarti al di là del display,
voglio sentirti vivo, voglio essere stretta
dentro le tue braccia
per sentire quel profumo di legname,
quell’odore di sottobosco,
di vento freddo e di polvere di carbone.
Voglio immaginare che insieme
soffiamo le 100 candeline,
voglio piangere
e farmi asciugare le lacrime da te,
voglio sentirmi dire:
“Non piangere figlia mia”.
Michela Napolitano
Massimiliano Spiriticchio